istruzione in Africa

L’istruzione in Africa non riguarda solo l’Africa

L’istruzione in Africa non riguarda solo l’Africa.

Human Rights Watch ha condotto una ricerca sulle implicazioni della pandemia di Coronavirus sull’istruzione in Africa, prendendo in esame i dati di diversi paesi: Burkina Faso, Camerun, la Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Madagascar, Marocco, Nigeria, Sudafrica e Zambia. La conclusione a cui i ricercatori sono giunti è stata che privare i giovani della possibilità di continuare il percorso scolastico per via della chiusura delle strutture scolastiche ha aumentato le disuguaglianze vigenti nell’era precedente il 2020, compromettendo il futuro dei bambini e negando loro lo strumento necessario per uscire dalla povertà: una buona istruzione.

Colpire l’istruzione in Africa significa colpire i bambini

Anche per quanto riguarda l’istruzione in Africa è stata sperimentata la modalità di didattica a distanza, la DAD, con esiti spesso infelici. Moltissimi ragazzi e ragazze hanno riscontrato gravi difficoltà nello studio individuale, privati del supporto di un insegnante, oppure non hanno potuto accedere ai materiali scolastici online: non tutti dispongono di una connessione internet sufficientemente potente da permettere di scaricare i file inviati dai maestri e dai professori.

In Africa, inoltre, la distanza dei giovani dalle scuole in certi casi può equivalere al loro ritorno al lavoro minorile, per contribuire al sostentamento  della famiglia, e al definitivo abbandono del percorso scolastico, un fenomeno già diffuso prima della pandemia: i dati Unesco stimano che nell’Africa Sub-sahariana un quinto dei bambini in età scolare fra i 6 e gli 11 anni non frequenti le scuole, che un terzo della popolazione fra i 12 e 14  e il 60 % dei giovani  fra i 15  e i 17 non abbia proseguito il percorso formativo, a fronte di una crescita della popolazione in età scolare. Quando si parla di istruzione in Africa nn si può non tener conto di questi dati.

Le ricerche dell’International Peace Information Service dicono che nella Repubblica centrafricana, dall’inizio della pandemia, si è riscontrato un aumento di bambini al di sotto dei 15 anni fra i minatori impiegati nell’estrazione di minerali pregiati e fra gli artigiani dell’oro: se nel 2019 ogni sito minerario calcolava dieci minori under 15, nel 2020 sono aumentati almeno cinque unità per sito a seguito della chiusura delle scuole nelle zone rurali e minerarie.

Agenda 2030 e l’istruzione in Africa

Benché nel corso degli ultimi decenni si siano registrati importanti passi avanti verso la ratifica e l’implementazione della Carta Africana sui diritti e sul benessere del bambino, a numerosi bambini africani è tutt’oggi negato il diritto fondamentale all’istruzione. Migliaia di bambine patiscono discriminazioni e non possono accedere a causa di una gravidanza molto precoce, di un matrimonio forzato o per volontà dei suoi famigliari, contrari alla frequenza scolastica.

In numerosi paesi africani, circa una ventina, i bambini non possono accedere alle strutture scolastiche a causa dei conflitti. In occasione della Giornata dei bambini africani (Day of African Child), il 16 giugno 2021, L’Unione Africana ha ribadito il proprio impegno a garantire un futuro di progresso per bambini e giovani, nei termini della difesa del diritto a un’istruzione di qualità, libera e inclusiva, e ridurre le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione.

I problemi dell’istruzione in Africa riguardano anche noi, perché il Coronavirus ha avuto un impatto devastante nella didattica e nel percorso d’istruzione degli studenti di tutto il mondo e perché ogni paese che rimane indietro nell’assicurare il diritto allo studio ostacola il progresso globale verso il rispetto dei diritti umani e, più precisamente, verso la realizzazione degli obiettivi Sostenibili dell’Agenda 2030, nella fattispecie l’obiettivo numero 4: “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”.

Alice for Children per il diritto allo studio

Alice for Children opera nelle baraccopoli di Nairobi da 15 anni. Le baraccopoli sono uno dei luoghi più poveri del pianeta. Qui migliaia e migliaia di bambini non possono andare a scuola, ma sono costretti a lavorare nella discarica di Dandora, raccogliendo rifiuti a mani nude.

Alice for Children, grazie alle sue scuole nello slum, permette a più di 3000 bambini. Diamo loro la possibilità di costruirsi un futuro all’interno delle nostre aule scolastiche, hanno un sostegno alimentare e medico per crescere in serenità.

Noi lavoriamo per difendere il diritto allo studio di migliaia di bambini delle baraccopoli, ogni giorno. Tu puoi darci una mano!

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