la storia del Kenya

La storia del Kenya nel corso del secoli

La storia del Kenya è ricca e affascinante, così come di grande interesse è proprio il paese dell’Africa orientale.
Uno tra i paesi più famosi del continente, il Kenya è un crocevia di culture, lingue e religioni, che spaziano dalle comunità Masai all’influsso culturale delle civiltà che si sviluppano, da millenni, lungo la costa dell’Oceano Indiano.

La Storia del Kenya attraverso la paleo-antropologia

L’Africa è il continente dove sono stati trovati i resti dei primi uomini e dove l’archeologia ha messo in luce l’antichità della presenza degli ominidi sulla terra. Qui di seguito vogliamo parlare brevemente della storia del Kenya, la più antica, la più importante per l’uomo. Infatti, sebbene oggi sia noto perlopiù per i safari e la popolazione Masai, il Kenya ha una lunga storia, un patrimonio archeologico e storico inestimabile che abbraccia tutta la preistoria a partire dall’età paleolitica.

In Kenya sono stati infatti scoperti numerosi resti fissili e scheletrici di antichi abitanti della regione. Dalla scoperta, nel 1929, di un’ascia di circa un milione di anni ai resti di ominidi; il più antico, trovato da Martin Pickford nel 2000, è l’Orrorin tugenensis vissuto sei milioni di anni fa, il secondo ominide fossile più antico al mondo.

L’Africa orientale, incluso il Kenya, è una delle prime regioni in cui si ritiene che siano vissuti gli esseri umani moderni, gli Homo sapiens. Infatti, nel 2018 sono state trovate prove risalenti a circa 320.000 anni fa, presso il sito keniano di Olorgesailie, dell’emergere precoce di comportamenti e attività moderne, tra cui reti commerciali a lunga distanza (che coinvolgono merci come l’ossidiana), l’uso di pigmenti e la possibile realizzazione di proiettili. Ulteriori prove del comportamento moderno sono state trovate nel 2021, ovvero le  più  antiche attestazioni di pratiche di sepoltura in Africa ( la scoperta della tomba di un bambino di tre anni risalente all’età della pietra media di 78.000 anni).

L’Età del ferro

Le prove suggeriscono che la produzione autoctona di ferro si sviluppò nell’Africa occidentale già nel 3000-2500 a.C. Sin dal primo millennio a.C, gli antenati delle popolazioni di lingua bantu migrarono a ondate dall’Africa occidentale e centrale per popolare gran parte dell’Africa orientale, centrale e meridionale. Portarono con sé la tecnologia di forgiatura del ferro e nuove tecniche. Si pensa che l’espansione Bantu abbia raggiunto il Kenya occidentale intorno al 1000 a.C e che la cultura di Urewe sia stato uno dei più antichi centri di fusione del ferro dell’Africa.

Risalente al 550 a.C. al 650 a.C., questa cultura ha dominato la regione dei Grandi Laghi, incluso il Kenya. I siti in Kenya includono Urewe, Yala e Uyoma nel nord di Nyanza. Nel I secolo a.C, le comunità di lingua bantu nella regione dei grandi laghi svilupparono tecniche di forgiatura del ferro che consentirono loro di produrre acciaio al carbonio. Le migrazioni successive attraverso la Tanzania portarono a stabilirsi sulla costa del Kenya.

Tra il 300 d.C.-1000 d.C., attraverso la partecipazione alla lunga rotta commerciale dell’Oceano Indiano, queste comunità stabilirono legami con commercianti arabi e indiani che portarono allo sviluppo della cultura swahili. Gli storici stimano che nel XV secolo gli oratori Luo meridionali iniziarono a migrare nel Kenya occidentale. Quando si trasferirono in Kenya e in Tanzania, subirono una significativa mescolanza genetica e culturale incontrando altre comunità che da tempo erano stabilite nella regione.

Le città-stato della costa

La costa swahili, l’area costiera dell’Oceano Indiano nell’Africa sud-orientale che comprende le zone costiere della Somalia meridionale, del Kenya, della Tanzania e del Mozambico settentrionale con numerose isole,  era storicamente conosciuta come Azania in epoca greco-romana. Infatti esiste un manoscritto greco-romano del I secolo d.C., il Periplo del Mare Eritreo, che descrive proprio la costa dell’Africa orientale, l’Azania, e la rotta commerciale dell’Oceano Indiano.

Invece, nella letteratura mediorientale, cinese e indiana a partire dal VII al XIV secolo, la costa e la popolazione che la abitava erano chiamati Zanj o Zinj. Tra il 300 e il 1000 d.C gli insediamenti azaniani e zanj nella costa swahili continuarono ad espandersi con l’industria locale e il fiorente commercio internazionale. Nei secoli successivi, il commercio di merci ( oro, avorio e schiavi)  provenienti dall’interno africano stimolerà lo sviluppo di città mercantili come Mogadiscio, Shanga, Kilwa e Mombasa.

Queste comunità formarono le prime città-stato della regione, conosciuta anche dall’Impero Romano come ‘Azania’. Nel I secolo d.C., molti degli insediamenti, come quelli di Mombasa, Malindi e Zanzibar, iniziarono a stabilire relazioni commerciali con gli arabi. Ciò ha portato alla crescita economica delle popolazioni swahili, all’introduzione dell’Islam (l’Islam si diffuse rapidamente in tutta l’Africa tra il 614 d.C. e il 900 d.C), alle influenze arabe sulla lingua swahili bantu e alla diffusione culturale. Le città-stato swahili entrarono a far parte di una rete commerciale più ampia.

La storia del Kenya: la presenza europea e araba

I portoghesi furono i primi europei ad esplorare la regione dell’attuale Kenya: Vasco da Gama visitò Mombasa nell’aprile del 1498.

Ma dopo decenni di conflitti su piccola scala, gli arabi dell’Oman sconfissero i portoghesi in Kenya: nel 1730 gli arabi dell’Oman avevano definitivamente espulso i restanti portoghesi dalle coste dell’attuale Kenya e Tanzania. Sotto il sultanato omanita, Zanzibar nel 1824 divenne la capitale e divenne un hub importante per le rotte commerciali a lunga distanza verso l’interno dell’Africa e per il mercato di schiavi nella regione, con una copertura commerciale fino alle pendici del Monte Kenya, del Lago Vittoria e oltre il Lago Baringo nel paese di Samburu. 

Il governo arabo di tutti i principali porti lungo la costa dell’Africa orientale continuò fino a quando non entrarono in collisione con gli interessi britannici sul controllo della tratta commerciale dall’India al Mediterraneo, tanto da esercitare pressioni sul dominio dell’Oman. Gli inglesi criticavano, inoltre, al sultanato il mercato di schiavi e, alla fine del XIX secolo, la tratta degli schiavi in mare aperto venne completamente fermata dagli inglesi. La presenza ufficiale araba dell’Oman in Kenya cessò a seguito dell’occupazione da parte di tedeschi e britannici di porti chiave e dalla creazione di alleanze commerciali cruciali con influenti leader locali negli anni 1880.

Si stima che sulla costa del Kenya fossero presenti tra i 43.000 e i 47.000 schiavi, che costituivano il 44 per cento della popolazione locale. Nonostante le pressioni degli inglesi per fermare la tratta degli schiavi nell’Africa orientale, continuò a persistere all’inizio del XX secolo. Dalla metà dell’Ottocento il Kenya e la costa orientale divennero oggetto di contesa delle forze europee, in particolare tedeschi e inglesi. Questi ultimi proclameranno il Protettorato britannico dell’Africa orientale nel 1895.

Conoscere la storia del Kenya attraverso l’adozione a distanza

Conoscere la storia di un paese africano può essere appassionante e divertente, soprattutto se la si impara insieme ad un bambino. I genitori a distanza di Alice for Children creano un vero e proprio rapporto con il bambino che vanno a sostenere e ne seguono passo passo i miglioramenti a scuola.

Hanno quindi la possibilità di entrare davvero a contatto con una realtà nuova e affascinante come il Kenya. Impararne gli usi e i costumi e scoprirne la storia.

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