Ventisei capi tribù del popolo Himba, un’etnia che vive tra Nabia e Angola, si sono uniti per rivendicare i loro diritti e per difendere il loro territorio dalla costruzione di una diga che andrebbe a distruggere centinaia di tombe tradizionali e luoghi di culto.
«Non permetteremo mai che il nostro fiume venga bloccato, distrutto il nostro ambiente e prese le nostre terre» hanno sottoscritto i capi tribali all’interno di un appello rivolto all’Onu redatto a mano su fogli di quaderno. (Clicca qui, per leggerlo).
Secondo i rappresentanti delle varie tribù presenti sul territorio minacciato, la realizzazione della diga – importante per il reperimento di energia idroelettrica – andrebbe a violare quanto determinato dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni autoctone, firmata anche dalla Namibia.
L’appello, diffuso dall’organizzazione umanitaria NamRights, è stato presentato sia al governo della Namibia, che alla Commissione africana per i diritti dell’Uomo e dei Popoli.
Inoltre, come riporta il Corriere della Sera, il capo Himba, Hikumine Kapika, ha invitato il rappresentante Onu per i diritti delle popolazioni autoctone, Anaya James, a visitare le comunità coinvolte.
Fonte: Virgilio Go Green