Da qualche anno leggiamo sui pacchetti di sigarette vendute nei nostri tabacchini (e non solo) la inquietante monizione “il fumo uccide”. Poche parole che dicono una verità, così come le “elezioni uccidono”, poche parole che descrivono un’altra verità, cosa succede periodicamente in Kenya e precisamente prima e dopo le elezioni, grossomodo un anno prima ed un anno dopo la tornata elettorale.
Sto esagerando? No. A mo di esempio si può vedere una simpatica legge, approvata qualche mese fa, che dovrebbe stabilizzare il Paese sottraendolo alle violenze che scoppiano prima e dopo le elezioni. È riuscita a frenare i toribidi? Anche questa volta la risposta è no, e la ragione l’abbiamo ricercata ed esposta negli articoli delle scorse settimane apparsi su Alice for children ed a cui si rimanda. Violenze ed uccisioni si sono susseguite e quella di Shem Onyango alias Kwegah è solo l’ultima in ordine di tempo. Si tratta del brutale assalto ad un candidato al parlamento nelle liste dell’Orange Democratic Movement (ODM) della regione di Kisumu, ucciso a colpi di pistola nell’auto che lo portava assieme alla moglie nel capoluogo. La moglie è rimasta ferita ad un braccio ed è stata trasportata al vicino ospedale New Nyanza. Il governo ha aperto un’inchiesta.
Le ragioni dell’uccisione sono riconducibili alla militanza politica della vittima ma non si possono avere ulteriori dettagli sui moventi.
All’uccisione sono seguite violenze con i loro strascico di feriti e morti. Si contano quattro persone morte negli scontri a cui ha presoparte anche la polizia locale.
Le elezioni politiche in Kenya sono accompagnate da violenze e lutti che si estendono prima e dopo la tornata. Questi atti luttuosi ne portano dietro altri a cui il legislatore non riesce a porre rimedio perché connaturate nella struttura sociale del Paese.
di Themis
Fonti:
Daily Nation:
http://www.nation.co.ke/News/politics/Kisumu+parliamentary+aspirant+killed+sparking+protests/-/1064/1605992/-/item/1/-/ovwwe9z/-/index.html