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Il diritto alla salute riproduttiva: la questione dell’aborto in Kenya

Nel 2019 si è tenuta la Conferenza episcopale keniota (KCCB): la richiesta presentata contro il disegno di legge sulla salute riproduttiva è risultata definitiva. I responsabili del governo nazionale devono chiudere tutte le cliniche e le strutture sanitarie in cui si pratica l’aborto volontario e che somministrano contraccettivi a minori e adolescenti.  Non solo rendere l’aborto illegale, dunque, ma anche aumentare il rischio di gravidanze indisiderate e malattie sessualmente trasmissibili. 

La questione aperta sull’aborto in Kenya

La richiesta dei pro-vita è stata conseguente al disegno di legge del 2019, il Reproductive Health. Il Kenya registra alcuni tra i numeri più alti di aborti illegali in Africa. La mortalità materna si aggira attorno ai 6.000 decessi annui, di cui circa il 17% derivante da complicazioni in seguito ad aborti illegali.  Nel frattempo, si sono movimentati gruppi di femministe e difensori dei diritti umani, con la campagna #KeepWanjikuSafe nel 2020. L’anno precedente, l’attivista per i diritti umani Caroline Mwatha, era morta nella clinica New Njiru Community Centre, a Dandora, dove era stata ricoverata per un aborto volontario. La clinica è sotto inchiesta per avere condotto un’attività illegale: oggi, in Kenya, l’aborto volontario è illegale. La malasanità conseguente alla procedura ha portato al decesso della giovane, al quinto mese di gravidanza. 

Il diritto alla salute riproduttiva

La lotta degli attivisti ha come obiettivo la prevenzion dei decessi causati dalle pratiche di aborto non sicure, che oggi ancora causano la morte di circa sette donne al giorno. Il diritto alla  salute riprodottiva non riguarda solo i diritti umani e i doveri costituzionali, ma anche le politiche di salute pubblica.  Il diritto alla salute è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione in Kenya. L’art. 43 della Costituzione sancisce che ogni persona ha il diritto allo standard più alto raggiungibile in materia di salute, il che include il diritto ai servizi, inclusi quelli concernenti la salute riproduttive.  La salute riprodottiva ha benefici anche socio-economici: le donne in età fertili con accesso a un’assistenza sanitaria di qualità hanno più possibilità di avere una maggiore qualità di vita. Possono ricevere un’istruzione e, di conseguenza, ambire a maggiori profitti, con conseguenze positivie non solo per la famiglia, ma per la comunità. Maggiore ricchezza determina una maggiore economica circolare. 

I gruppi religiosi e di estrema destra

Ma i gruppi pro-vita hanno una voce autorevole in Kenya, come il KCCB, e sostengono a gran voce che la costituzione kenyota sia già troppo perrmissiva, anche se attualmente la Costituzione specifica che “a nessuna persona dovrebbe essere negato un trattamento medico d’emergenza”. Non si parla di aborto. Aggiunge, infatti, che l’aborto non è permesso, a meno che nell’opinione di uno specialista, ci sia necessario un trattamento di emergenza, o la vita o la salute della madre siano in pericolo, o se sia permesso da altra legge scrittta.” CitizenGo, legata all’estrema destra spagnola, guida la posizione anti-aborto in Kenya: attiva in altri paesi, ha come obiettivo frenare qualsiasi legislazione a tutela della salute riproduttiva delle donne: tra le loro crociate, la contrarietà assoluta al matrimonio tra persone dello stesso sesso e all’educazione delle donne in materia di sessualità e aborto.  La richiesta di accantonamento della proposta di legge del 2019 è stata motivata dal fatto che, a detta loro, l’approvazione era un modo di aprire una via clandestina alla legalizzazione dell’aborto. 

Reproductive Health: non solo aborto

Nel frattempo, il focus sull’aborto lascia passare in secondo piano la questione della salute riproduttiva. Stephanie Musho, avvocatessa dei diritti umani a Nairobi, spiega: 
Il disegno di legge proibisce la sterilizzazione forzata. In questo paese, le donne —specialmente quelle che convivono con l’HIV—sono state sterilizzate forzatamente a causa del modo di pensare di certi operatori sanitari, che sentono che questo sia il modo migliore per fermare la trasmissione del virus da madre a figlio, nonostante è noto che donne affette dall’HIV, per molto tempo, sono riuscite a rimanere incinte e a portare la gravidanza a termine dando alla luce un figlio, senza trasmettere il virus. […] Il disegno di legge promuove il diritto alla privacy e il diritto a dare il proprio consenso. Se si considerano pazienti con disturbi mentali, il più delle volte, le decisioni vengono prese in loro vece. […] Non prendiamo decisioni al posto delle persone, che riguardano i loro corpi, solo perché hanno disturbi mentali.
Il disegno di legge del 2019, infatti, aveva tre obiettivi: assicurare un’assistenza sanitaria a riproduttiva su tutto il territorio nazionale; regolamentare la procreazione assistita, come la fecondazione in vitro e la maternità surrogata; chiarire quale fosse il quadro giuridico per l’accesso ai servizi sanitari riproduttivi per i minorenni.  Oggi il dibattito è ancora aperto. 

Fuori dalla giurisdizione: le baraccopoli 

Nairobi è una delle città più industrializzate dell’Africa. Ma ai margini si trovano le baraccopoli: non vi è legge, ma povertà e morte. Qui le gravidanze indisiderate sono innumerevoli, la mortalità infantile e materna è ancora più alta: in Kenya la sanità è privata e, nelle baraccopoli, i diritti umani non esistono.  Per questo motivo, Alice for Children, attraverso il progetto assorbenti, nella lotta contro la Period Poverty, inserisce anche la questione della sessualità: la consapevolezza del proprio corpo e dei cambiamenti che avvengono, i rischi conseguenti al sesso non protetto, ma anche un’istruzione e un’educazione che allontana le giovani donne dalle strade per avvicinarle alla scuola, al lavoro, all’indipendenza.        

Fonti: 

c. Baswony, KENYA: THE RIGHT TO REPRODUCTIVE HEALTHCARE IS NOT ONLY A CONSTITUTIONAL OBLIGATION, IT IS ALSO SOUND PUBLIC HEALTH POLICY, 2020, Dsw.org. L. le guen, In Kenya, l’attenzione sull’aborto oscura la legislazione per servizi di assistenza sanitaria riproduttiva sicuri, 2021, globalvoices.org F. Nofori, Kenya, una donna muore di aborto e svela lo scandalo delle 7900 cliniche illegali, 2019, africa-express.info D. Olson, Kenyans Struggle to Come to Terms With Abortion and Its Impact on Maternal Health, 2012, hUFFPOST.COM  S. Jerving, Q&A: Kenya’s second go at a reproductive health bill, 2020, devex.com 

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